“Tra Tex, Diabolik e calamite: storie di una collezionista felice”

Hai delle collezioni?

C’è chi colleziona emozioni, chi colleziona scarpe… e poi ci siamo noi: i collezionisti di ricordi, oggetti e passioni.

Sono cresciuta in una famiglia dove collezionare era quasi un rito, un modo di amare, di custodire il tempo, i viaggi, le storie.

Mio babbo era un grande collezionista di fumetti, soprattutto del mitico Tex. Quei fumetti consumati, sfogliati mille volte, profumano ancora di avventura. Per lui, Tex non era solo un eroe western, era un compagno di viaggio, una porta su mondi lontani, polverosi e affascinanti. Accanto a quei volumi ordinati con cura, spuntavano banconote e monete da ogni angolo del mondo. Ogni pezzo raccontava una storia, ogni simbolo incideva una cultura, ogni valuta diventava parte del nostro salotto e della nostra fantasia.

La mia mamma, invece, era una vera Diabolika. Collezionava i fumetti di Diabolik, con quell’aura misteriosa, elegante e un po’ noir. Mi ricordo che li sfogliava con occhi attenti, affascinata dalla mente geniale di Diabolik e dal suo amore con Eva. Anche lei, a modo suo, amava i viaggi… ma mentali, nell’intrigo di quelle pagine nere e bianche.

E io? Beh, non potevo che ereditare questa passione. Da bambina, ogni estate i miei organizzavano un viaggio in famiglia. Era la nostra tradizione. Ed è proprio lì che ho cominciato la mia collezione più tenera: le cartoline. Le compravo, le scrivevo, le spedivo… anche a me stessa! Lo faccio ancora oggi. Ricevere una cartolina è come ricevere un abbraccio dal passato: ha un sapore dolce, un po’ malinconico, ma vero. Tangibile. Vivo.

Poi sono arrivate le calamite. Oh sì, le amo! Ne compro in ogni viaggio, per ogni evento speciale, anche i più piccoli. Per la nascita del mio bimbo le ho persino create a mano, un pezzetto di cuore incollato su un frigo. E sapete cosa? Anche i miei alunni sono entrati nel gioco! Quando tornano dalle vacanze, mi portano una calamita come pensiero. È il loro modo di dirmi: “Ti ho pensata”. E io conservo ogni pezzo con cura, come se fosse un frammento di un legame che va oltre la scuola.

E poi c’è lei: la mia contrada.
Da senese e contradaiola, ogni oggetto legato alla mia contrada ha un valore che supera qualsiasi altra collezione. Sono simboli di appartenenza, di identità, di emozioni vissute collettivamente. Ogni 13 dicembre, in occasione di Santa Lucia, non può mancare l’acquisto della campanina nuova: è una tradizione tutta nostra. Le bancarelle si riempiono di piccoli oggetti, luci e profumi invernali… ma per noi contradaioli, la campanina è sacra. È un rito, un gesto che segna l’inizio di un nuovo anno di contrada. Ogni campanina è diversa, unica, e collezionarle è come conservare nel cuore ogni stagione vissuta insieme.

E tu? Hai una collezione?
Che sia di oggetti, profumi, biglietti del cinema o sassi raccolti al mare… non sottovalutare il potere di custodire. Perché collezionare non è solo accumulare: è celebrare.
È fermare il tempo.
È tenere stretto ciò che ci fa sorridere.

Fammi sapere nei commenti: qual è la tua collezione del cuore?