Perdersi per Ritrovarsi: Il Potere della Lettura e della Pittura

In quali attività ti perdi?

C’è una sensazione unica che proviamo quando ci immergiamo in qualcosa che amiamo davvero. Un’abilità che ci permette di staccare la spina dal mondo frenetico che ci circonda e di immergerci completamente in un altro spazio, che può essere fisico o mentale. Io mi perdo nella lettura e nella pittura, due attività che mi permettono di ritagliarmi momenti solo per me, in cui posso viaggiare senza spostarmi, rifugiarmi in mondi lontani e riscoprire parti di me stessa che altrimenti resterebbero nascoste.

La Magia della Lettura: Viaggiare con la Mente

Per me, la lettura è un’attività che non conosce confini. Che si tratti di romanzi storici, saggi di attualità o racconti di fantasia, ogni libro è un viaggio che mi porta in un mondo parallelo. Ogni volta che mi siedo con un buon libro, mi trovo a dimenticare il mondo esterno. I rumori, le preoccupazioni, la frenesia della vita quotidiana svaniscono, e tutto ciò che rimane è il flusso della narrazione che mi avvolge completamente. I personaggi dei romanzi non sono più figure distanti; diventano amici, nemici, alleati con cui vivo esperienze straordinarie, condivido emozioni intense e affronto le sfide delle loro storie.

Non si tratta solo di intrattenimento. È una forma di riflessione e di connessione con me stessa, un’opportunità di vedere il mondo da diverse prospettive. Ogni romanzo storico, ad esempio, non è solo una ricostruzione di eventi passati, ma un’occasione per interrogarmi su come la storia abbia plasmato le nostre scelte moderne. I saggi di attualità, invece, mi permettono di entrare in contatto con le dinamiche del nostro presente, sfidando la mia visione del mondo e ampliando la mia comprensione dei temi che ci riguardano. Così, la lettura diventa un rifugio, ma anche un’opportunità di crescita personale.

La Pittura: Un’Immersione nel Mio Mondo Interiore

Un’esperienza simile accade anche quando dipingo. La pittura è il mio modo di esprimere ciò che non riesco a dire con le parole. Ogni volta che mi trovo davanti alla tela, mi immergo completamente nel processo creativo, senza accorgermi di ciò che mi accade intorno. Non importa se sono da sola o se ci sono altre persone nelle vicinanze: quando dipingo, mi ritiro nel mio mondo interiore. Ogni linea tracciata, ogni sfumatura di colore è un viaggio in me stessa, una ricerca continua di equilibrio tra il caos e l’armonia.

Mi perdo nell’osservazione dei dettagli, nel gioco tra luce e ombra, nella scelta dei colori che meglio esprimono il mio stato d’animo. Non è un processo che si può spiegare facilmente, perché è un’esperienza che va oltre la razionalità. È un atto di pura espressione, dove la mente si libera e il cuore trova il suo spazio di libertà. Spesso, quando finisco di dipingere, mi rendo conto che il tempo è passato senza che me ne accorgessi, come se fossi stata trasportata in un altro universo.

La Meraviglia di Perdersi: Un Momento di Connessione con Se Stessi

Perdersi in un’attività significa, in un certo senso, trovarsi. Quando siamo così coinvolti in ciò che facciamo da perdere il senso del tempo e dello spazio, siamo completamente nel presente. È come se il mondo esterno cessasse di esistere e tutto ciò che conta diventasse il nostro mondo interiore, un luogo dove possiamo essere noi stessi senza distrazioni. È in quei momenti che possiamo davvero riflettere, esplorare, crescere.

La lettura e la pittura, per me, sono modalità diverse dello stesso desiderio: quello di entrare in contatto con una parte profonda di me stessa. Quando leggo, mi perdo tra le parole, nel flusso delle emozioni che i personaggi mi trasmettono. Quando dipingo, mi perdo nelle forme e nei colori, creando il mio rifugio personale sulla tela. Entrambe le attività mi permettono di distaccarmi dal mondo esterno e di esplorare nuovi orizzonti, che siano quelli della mente o quelli dell’anima.

Il Valore di Perdersi: Un Tempo per Se Stessi

Non dobbiamo vedere il perdersi in un’attività come una fuga dalla realtà, ma piuttosto come un modo per rientrare in contatto con noi stessi. In un mondo che spesso ci spinge a essere costantemente connessi, produttivi e attivi, è importante ritagliarsi dei momenti di pausa, dove non dobbiamo fare altro che essere. Che si tratti di leggere un libro, dipingere un quadro o semplicemente stare in silenzio, questi momenti sono un dono che facciamo a noi stessi.

Perdersi in ciò che amiamo non significa solo scappare dalle difficoltà della vita, ma anche riscoprire il nostro equilibrio interiore, coltivare la nostra creatività e riconnetterci con la parte di noi che spesso resta soffocata dalle mille sollecitazioni quotidiane. È in questi momenti che possiamo davvero trovare la nostra pace, nutrire la nostra mente e il nostro spirito, e tornare al mondo con una visione più chiara e più ricca.

In fondo, perdersi è il primo passo per ritrovarsi. E ogni volta che mi immergo nella lettura o nella pittura, so che sto solo facendo un altro passo verso la scoperta di me stessa.

Alla Scoperta de “Il Giardino di Carta” al Santa Maria della Scala

Recentemente ho avuto il privilegio di partecipare all’inaugurazione della mostra “Il Giardino di Carta”, ospitata al Santa Maria della Scala di Siena. Questa esperienza si è rivelata particolarmente speciale perché l’ho condivisa con i miei studenti, con i quali abbiamo avuto l’opportunità di incontrare l’artista e discutere insieme delle sue opere, delle sue ispirazioni e dei suoi processi creativi. La mostra ci ha offerto un’occasione unica per esplorare il legame profondo tra arte, natura e storia, immergendoci in un viaggio visivo e sensoriale che non solo arricchisce culturalmente, ma stimola anche una riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda.

Il Giardino dei Semplici: Un Viaggio nel Passato

Il titolo della mostra, “Il Giardino di Carta”, è un chiaro riferimento al Giardino dei Semplici, un antico spazio botanico che affonda le sue radici nel Medioevo. Un tempo situato vicino al Santa Maria della Scala, il Giardino dei Semplici era un orto destinato alla coltivazione di piante medicinali, un luogo di studio e ricerca per gli antichi medici e studenti dell’Università di Siena. Le piante raccolte qui, chiamate “semplici”, erano utilizzate per la preparazione di rimedi naturali, in un perfetto intreccio tra scienza, medicina e natura.

Oggi, il Giardino dei Semplici non esiste più al suo posto originario, ma si trova nell’Orto Botanico dell’Università di Siena. Tuttavia, il suo spirito di connessione tra natura e sapere vive ancora, e l’artista ha scelto di ispirarsi a questo luogo per dare vita alla sua mostra. “Il Giardino di Carta” non è solo un omaggio alla bellezza del giardino in sé, ma anche un riflesso della sua valenza storica e simbolica: un luogo di cura, di studio e di incontro tra scienza e natura.

L’Arte di “Il Giardino di Carta”

Le opere esposte nella mostra “Il Giardino di Carta” sono un’interpretazione artistica della natura, della vita e della trasformazione. L’artista, Primarosa Cesarini Sforza, ha scelto la carta come materiale principale delle sue creazioni, un materiale fragile e delicato che, attraverso l’arte, acquista una nuova forza espressiva. Ogni pezzo sembra emergere come un giardino immaginario, dove forme di piante, fiori e foglie si intrecciano creando paesaggi evocativi e simbolici.

La tecnica utilizzata dall’artista è straordinaria: la carta è manipolata con grande abilità, creando composizioni che giocano con la forma e il colore, ma anche con la percezione del tempo e della trasformazione. La carta, come un elemento effimero, diventa il veicolo ideale per raccontare la fragilità della natura e la sua bellezza transitoria. Ogni dettaglio sembra essere pensato per evocare non solo la bellezza della vegetazione, ma anche la sua precarietà, un concetto che invita lo spettatore a riflettere sull’importanza di preservare l’ambiente naturale che ci circonda.

La Mostra e la Partecipazione degli Studenti

La visita alla mostra è stata particolarmente significativa per me, non solo come appassionata d’arte, ma anche come educatrice. Avere l’opportunità di esplorare le opere con i miei studenti, discuterne insieme e porre domande all’artista, è stato un modo per stimolare la loro curiosità e il loro pensiero critico. I ragazzi, anche i più giovani, sono rimasti affascinati dalle composizioni e dalle forme naturali create con la carta, apprezzando la capacità dell’artista di trasformare un materiale così comune in qualcosa di straordinario.

L’incontro con l’artista ha permesso anche ai miei studenti di comprendere meglio il processo creativo dietro ogni opera, scoprendo come l’ispirazione e la ricerca storica possano influenzare un linguaggio artistico contemporaneo. In particolare, il concetto di “giardino” è stato esplorato sotto molteplici punti di vista: quello naturale, simbolico e anche quello storico. Questa riflessione ha permesso agli studenti di avvicinarsi all’arte contemporanea in modo coinvolgente e diretto, stimolando la loro creatività e curiosità.

Perché Consiglio la Mostra

“Il Giardino di Carta” è una mostra che consiglio vivamente a tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza sensoriale unica. Non si tratta semplicemente di osservare opere d’arte, ma di immergersi in una riflessione profonda sulla natura, sulla vita e sulla trasformazione. La maestria dell’artista nel maneggiare la carta come un materiale che, pur nella sua fragilità, racconta storie di bellezza e di metamorfosi è straordinaria.

Inoltre, la cornice storica del Santa Maria della Scala offre un’atmosfera ideale per ospitare questa mostra. Il museo, con la sua storia e il suo legame con la cultura senese, aggiunge un ulteriore valore a un’esperienza già ricca di significato. Se vi trovate a Siena, non perdere l’occasione di visitare la mostra e di approfittare della possibilità di partecipare a eventi speciali, come incontri con l’artista o approfondimenti tematici.

In conclusione, “Il Giardino di Carta” è molto più di una semplice esposizione d’arte. È un viaggio sensoriale che esplora la bellezza e la fragilità della natura, un’opportunità per riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, e una scoperta della forza trasformativa dell’arte. Non lasciatevelo sfuggire!

Dettagli della Mostra:

GIARDINO DI CARTA. Il filo e il segno: assemblaggi, innesti, libri-diario
Dal 15 febbraio all’8 giugno 2025
Santa Maria della Scala, Siena
Curata da Beatrice Pulcinelli
In collaborazione con l’Archivio di Stato di Siena

La Magia dell’Arte alla Mostra di Julio Le Parc a Siena

La settimana scorsa, insieme a mio marito e al nostro piccolo di due anni, abbiamo visitato una delle mostre più affascinanti che Siena abbia ospitato recentemente: “Julio Le Parc: The Discovery of Perception” al Palazzo delle Papesse. Se siete appassionati di arte contemporanea, movimento, e giochi di luce, questa è una mostra che non potete assolutamente perdere.

Un’esperienza visiva e sensoriale

Già dal momento in cui siamo entrati nel Palazzo delle Papesse, ci siamo resi conto che non si trattava di una visita qualsiasi. L’opera di Julio Le Parc, artista argentino di fama internazionale, è una straordinaria immersione nell’universo della percezione visiva e sensoriale. Le opere sono un inno al movimento e alla trasformazione, al cambiamento di prospettiva che l’arte può suscitare in noi. Le installazioni di Le Parc sono interattive, a volte anche “giocose”, ed è stato davvero interessante vedere come ogni pezzo cambiava a seconda del nostro punto di vista o del modo in cui ci avvicinavamo.

Il nostro bambino, che a soli due anni non ha ancora una comprensione totale di ciò che vede, è rimasto affascinato dai colori vividi e dalle forme in continuo mutamento. Molte delle opere sono progettate per stimolare i sensi, con effetti di luce e movimento che sembrano quasi invitarti a interagire con esse. Ogni sala era un’esperienza unica, e il nostro piccolo, pur non essendo in grado di cogliere il significato profondo di ogni opera, si divertiva a correre tra le luci e le proiezioni.

Le Opere di Julio Le Parc: Il Movimento come Arte

Julio Le Parc è conosciuto per il suo approccio innovativo alla percezione visiva. Le sue opere, caratterizzate dall’uso di forme geometriche, luci e ombre, sono un tributo alla sperimentazione visiva e alla possibilità di vedere il mondo da angolazioni diverse. La sua arte è strettamente legata al movimento e al dinamismo, e le installazioni esposte al Palazzo delle Papesse sono un chiaro esempio di come l’artista giochi con l’illusione ottica, il movimento e la luce.

Le Parc ha rivoluzionato il concetto di arte cinetica, spingendo i confini di ciò che possiamo percepire con i nostri occhi. In molte delle sue opere, l’arte non è mai statica: cambia e si trasforma con l’interazione del visitatore. L’artista cerca di farci riflettere su come percepiamo il mondo, su come vediamo le cose, e come la nostra percezione può cambiare con il movimento e la luce. In effetti, la mostra è un continuo invito a non guardare mai le cose da un’unica prospettiva, ma ad aprire la mente e gli occhi a un’esperienza che è in continuo cambiamento.

Un’esperienza che va oltre l’arte: Bistrot e Eventi Speciali

Dopo aver esplorato le opere, ci siamo concessi una pausa al Bistrot del Palazzo delle Papesse. È un angolo perfetto per rilassarsi, sorseggiare un aperitivo e riflettere su ciò che abbiamo appena visto. Il Bistrot è accogliente e offre una selezione di piatti e bevande che ci hanno permesso di ricaricarci e continuare a godere dell’atmosfera unica del luogo.

Inoltre, il giovedì, il Palazzo offre eventi su prenotazione che rendono la visita ancora più speciale. Sono occasioni da non perdere per chi vuole approfondire l’arte di Le Parc, partecipando a incontri esclusivi che esplorano i temi e le tecniche dell’artista. La possibilità di partecipare a questi eventi rende la mostra ancora più unica, offrendo uno spazio per il dialogo, la riflessione e l’approfondimento.

Perché Consiglio questa Mostra?

La mostra di Julio Le Parc al Palazzo delle Papesse è un’esperienza sensoriale e visiva che consiglio vivamente. È un’opportunità per entrare in contatto con l’arte contemporanea in modo diretto e coinvolgente. Le opere di Le Parc sono in grado di parlare a tutti, grandi e piccini, e rendono la visita unica grazie all’interazione che riescono a suscitare. Anche se mio figlio era troppo piccolo per cogliere il significato più profondo delle opere, è stato affascinato dal gioco di luci e colori, e per noi è stato un piacere vedere il suo entusiasmo.

Il Palazzo delle Papesse, con la sua atmosfera storica e moderna al tempo stesso, è il contesto perfetto per ospitare questa mostra. E la possibilità di fermarsi per un aperitivo al bistrot o di partecipare a eventi speciali il giovedì rende l’esperienza ancora più completa. Se amate l’arte, la percezione visiva e la sperimentazione, questa mostra è sicuramente un appuntamento da non perdere.

La serie TV che guarderei all’infinito: Grey’s Anatomy

Impulso di scrittura giornaliero
Quali film o serie TV hai visto più di 5 volte?

Se c’è una serie TV che ho visto più di cinque volte – e che continuerei a guardare senza mai stancarmi – è senza dubbio Grey’s Anatomy. In realtà ho perso il conto di quante volte ho rivisto determinati episodi, come la dichiarazione di Meredith a Derek, il loro matrimonio, la tragica morte di George, e le intense vicende di personaggi come Mark e Lexie, Callie, Owen, Arizona, Teddy, April e Jackson, Jo, Amelia e Lucas. Questi sono solo alcuni dei protagonisti che mi sono rimasti nel cuore.

Grey’s Anatomy è un medical drama che segue le vite professionali e personali dei medici del Grey Sloan Memorial Hospital. Creata da Shonda Rhimes, la serie ha debuttato nel 2005 e ha conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo grazie alle sue storie emozionanti, ai personaggi indimenticabili e alle tematiche profonde che affronta. Con le sue 21 stagioni ancora in corso, è una delle serie più longeve della televisione, e non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserveranno le prossime puntate della stagione 21.

La serie ha ricevuto numerosi premi, tra cui Golden Globe e Emmy Awards, ed è stata un trampolino di lancio per attori di talento come Ellen Pompeo, Patrick Dempsey, Sandra Oh e molti altri. Ha dato vita anche a diversi spin-off di successo, come Private Practice e Station 19, che hanno ampliato l’universo narrativo della serie.

Il mio amore per Grey’s Anatomy va oltre la semplice passione per una serie TV. Forse sono così legata a questa storia anche perché affronta tematiche che hanno toccato la mia famiglia, come l’Alzheimer e i tumori. Inoltre, guardarla era un appuntamento fisso con mia mamma, e ora che lei non c’è più, rivederla mi fa sentire ancora vicina a lei.

Per chi ama il genere medical drama e le storie cariche di emozioni, consiglio vivamente Grey’s Anatomy. È una serie intramontabile, capace di far ridere, piangere e riflettere. E se, come me, non riuscite ad aspettare la versione doppiata, vi capisco: anche io guardo le puntate in anteprima in lingua originale!

Qual è la serie TV che voi potreste guardare all’infinito? Fatemi sapere nei commenti!

A presto!

Sei superstizioso?

La superstizione è un fenomeno affascinante che ha accompagnato l’umanità per secoli. Non importa quanto la scienza e la razionalità abbiano fatto passi da gigante, alcune credenze popolari continuano a influenzare le nostre vite, spesso senza che ce ne rendiamo conto. Io, personalmente, non mi considero superstiziosa, ma capisco perché molte persone lo siano. E, sinceramente, non giudico chi lo è. Ognuno ha le proprie convinzioni, e le superstizioni sono parte della nostra cultura collettiva.

Perché crediamo nelle superstizioni?

Le superstizioni nascono dall’incertezza e dalla paura del futuro. La vita è imprevedibile, e spesso ci troviamo a fronteggiare eventi che sfuggono al nostro controllo. In questi momenti, l’essere umano tende a cercare spiegazioni o soluzioni, anche se irrazionali. Le superstizioni si radicano nella necessità di dare un senso all’inspiegabile e, spesso, nell’illusione di poter influenzare il destino.

Molte superstizioni derivano da eventi casuali che vengono interpretati come segni del destino. Un esempio tipico è il numero 13: molti lo considerano portatore di sfortuna, ma non è mai stato chiaramente spiegato il motivo. Alcuni credono che derivi dalla Bibbia, dove l’Ultima Cena si svolgeva con 13 persone, ma in realtà la sua origine è molto più complessa e legata a vari fattori storici e culturali.

Il legame tra le superstizioni e la psicologia

Uno dei motivi principali per cui le superstizioni persistono è il fenomeno psicologico conosciuto come “apofenia”, ossia la tendenza a vedere connessioni significative tra eventi casuali. Ad esempio, se qualcuno rompe uno specchio e poco dopo ha una brutta giornata, la persona potrebbe associare il primo evento al secondo, creando un legame ingiustificato tra i due.

Le superstizioni possono anche dare una sensazione di controllo in situazioni di incertezza. Pensiamo ad esempio al gesto di toccare ferro per scacciare la sfortuna: questa azione non cambia nulla nella realtà, ma fornisce un piccolo sollievo psicologico, come se stessimo facendo qualcosa per proteggere noi stessi da eventi negativi.

Le origini di alcune superstizioni famose

Molte superstizioni hanno radici antiche e sono spesso legate alla religione, alla mitologia o alle tradizioni popolari. Ecco alcune delle più comuni:

  • Il cornetto rosso: In molte culture, il corno rosso è considerato un amuleto contro il malocchio. La sua origine è legata a simboli di protezione, che si trovano in diverse tradizioni antiche, come quella mediterranea e quella egizia.
  • Tredici è un numero sfortunato: Come accennato prima, il numero 13 è storicamente associato alla sfortuna. In molte culture, questo numero ha una connotazione negativa. In alcuni paesi, addirittura, gli edifici non hanno il 13° piano, sostituito con un “14” per evitare di suscitare paura o disagio.
  • Passare sotto una scala: Questa superstizione si basa su simboli religiosi. La forma di una scala ricorda il triangolo, che rappresenta la Trinità, e passare sotto di essa potrebbe “rompere” l’armonia divina, portando sfortuna.
  • Il gatto nero: Nei secoli passati, specialmente durante il Medioevo, il gatto nero veniva visto come un portatore di sfortuna, addirittura associato alle streghe. Oggi, in alcune culture, invece, il gatto nero è considerato un simbolo di buona fortuna.

Le superstizioni nel mondo moderno

Nonostante la nostra era tecnologica, le superstizioni continuano a far parte della nostra vita quotidiana. Basti pensare a come molte persone si sentano a disagio se una parte del loro corpo prude, o se rompono uno specchio, o ancora, se incontrano un numero 13. Oggi, molte superstizioni si manifestano anche nel contesto sportivo, come il calciatore che indossa sempre le stesse calze durante una partita importante per non “rompere la fortuna”.

Anche in politica, economia e affari, si possono riscontrare atteggiamenti superstiziosi, che portano a rituali particolari o a gesti simbolici volti a garantire il successo.

Conclusione

Le superstizioni non sono mai semplicemente “buone” o “cattive”, ma piuttosto riflettono un aspetto profondo della psiche umana: il desiderio di trovare un senso in un mondo che spesso non ne ha. Quindi, anche se personalmente non mi considero superstiziosa, rispetto il fatto che molte persone abbiano bisogno di questi rituali per sentirsi più sicure e protette. In fondo, le superstizioni sono una parte di ciò che ci rende umani e unici, una testimonianza delle nostre paure, speranze e della nostra eterna ricerca di risposte.

Gatto

A quale animale ti paragoneresti e perché?

Quando si parla di animali con cui ci si può identificare, la scelta non è mai facile. Ognuno di noi ha caratteristiche uniche, ma se dovessi scegliere un animale che mi rappresenta, sicuramente opterei per il gatto.

Il gatto è un animale affascinante, pieno di mistero e indipendenza, ma anche di affetto e dolcezza. Trovo che ci siano molte ragioni per cui mi sento particolarmente legata a questo felino. Ecco alcuni motivi per cui mi paragonerei a un gatto.

1. Indipendenza e autonomia

Uno dei tratti più distintivi del gatto è la sua indipendenza. Non ha bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione e, sebbene possa godere della compagnia, è perfettamente a suo agio quando è da solo. Questo è esattamente come mi sento: apprezzo la mia libertà, il mio spazio, e mi piace fare le cose a modo mio. A volte, ho bisogno di ritirarmi nel mio angolo, lontano dal mondo, per ricaricare le energie.

2. Curiosità e voglia di esplorare

Il gatto è un esploratore per natura. Ama curiosare, scoprire nuovi luoghi e fare nuove esperienze, proprio come me. Questa curiosità innata mi spinge a cercare sempre nuove conoscenze, esplorando nuovi orizzonti, sia nella vita che nelle mie passioni. Ogni angolo nasconde un’opportunità da scoprire e un’opportunità per crescere.

3. Momenti di dolcezza e affetto

Nonostante la sua natura indipendente, il gatto sa essere estremamente affettuoso con chi ha guadagnato la sua fiducia. Sa riconoscere chi si prende cura di lui e ripaga con tenerezza, come le carezze e il “miagolio” che ci scambiamo. Credo che anche io, pur amando la solitudine e il mio spazio, sappia essere molto affettuoso con le persone a cui tengo, mostrando la mia gratitudine con piccoli gesti di dolcezza.

4. La forza nei momenti difficili

I gatti, quando affrontano difficoltà o situazioni stressanti, spesso reagiscono con un’apparente calma e determinazione. Non sono facili da abbattere. Anche io, quando mi trovo davanti a sfide o ostacoli, cerco di mantenere la calma e affrontare la situazione con determinazione, proprio come un gatto che non perde mai la propria compostezza.

5. Eleganza e riservatezza

Infine, la naturale eleganza del gatto è qualcosa che apprezzo molto. La sua grazia nel muoversi, la sua compostezza e il suo atteggiamento tranquillo mi rispecchiano in molti modi. Sono una persona che apprezza l’equilibrio, la discrezione e la serenità, proprio come un gatto che sa come muoversi nel mondo senza fare troppo rumore.


In conclusione, il gatto rappresenta perfettamente la mia personalità: un mix di indipendenza, curiosità, affetto, forza e riservatezza. Forse sono un po’ come un gatto che, pur amando la libertà, sa dove trovare la pace e la bellezza nelle piccole cose. E tu, a quale animale ti paragoneresti?

Verso il Secolo: Una Lettera alla Me di 100 Anni

Scrivi una lettera a te stesso a 100 anni.

Cara Grace,

Se stai leggendo questa lettera, significa che hai raggiunto un traguardo straordinario: 100 anni di vita! Prima di tutto, voglio congratularmi con te. È un onore e un privilegio poter riflettere su un secolo di esperienze, emozioni e avventure.

Immagino che la vita ti abbia riservato molte sorprese. Spero che tu abbia vissuto momenti di gioia e felicità, ma anche che tu abbia affrontato le sfide con coraggio e determinazione. Ricorda sempre che ogni difficoltà è stata un’opportunità per crescere e imparare.

Ti scrivo per ricordarti alcune cose importanti. Prima di tutto, non dimenticare mai l’importanza delle relazioni. Le persone che hai amato e che ti hanno amato sono state il cuore della tua vita. Spero che tu abbia continuato a coltivare queste connessioni, a ridere insieme e a condividere momenti indimenticabili.

Inoltre, spero che tu abbia continuato a seguire le tue passioni. Che si tratti di scrivere, viaggiare, dipingere o qualsiasi altra cosa ti faccia battere il cuore, non smettere mai di dedicarti a ciò che ami. La creatività è una fonte inesauribile di gioia e soddisfazione.

Ti invito anche a riflettere su tutto ciò che hai imparato nel corso degli anni. Ogni esperienza, buona o cattiva, ha contribuito a formare la persona che sei oggi. Spero che tu abbia mantenuto la curiosità e la voglia di apprendere, perché la vita è un viaggio di scoperta continuo.

Infine, voglio che tu sappia che sei stata forte. Hai affrontato le sfide con grazia e hai trovato la bellezza anche nei momenti difficili. Spero che tu continui a vivere con gratitudine e ad apprezzare le piccole cose: un sorriso, un abbraccio, un tramonto.

Ti abbraccio con affetto e ammirazione. Spero che tu stia vivendo una vita piena, ricca di amore, avventure e saggezza.

Con affetto,

Grace del 2025

Un Viaggio tra Educazione, Libri e Bellezza: La Mia Storia

Ciao a tutti! Oggi voglio condividere un po’ di me e del mio percorso professionale, che unisce la mia passione per l’educazione, la letteratura per bambini e il mondo della bellezza.

Come educatrice scolastica, ho sempre creduto nel potere dell’istruzione. Ogni giorno in classe è un’opportunità per ispirare i miei studenti e aiutarli a scoprire il loro potenziale. Vedere i loro occhi illuminarsi quando apprendono qualcosa di nuovo è una delle gioie più grandi del mio lavoro.

Parallelamente, ho sviluppato una passione per i libri per bambini. Credo fermamente che la lettura sia fondamentale per lo sviluppo dei più piccoli. Per questo motivo, mi sono dedicata a diventare consulente di libri per bambini, aiutando genitori e insegnanti a scegliere le letture più adatte per i loro piccoli lettori. Ogni libro ha una storia da raccontare e un messaggio da trasmettere, e sono entusiasta di poter contribuire a questa avventura letteraria.

Inoltre, sono anche consulente Avon, un ruolo che mi permette di esplorare il mondo della bellezza e del benessere. Qui, ho scoperto un modo per unire le mie passioni: riconoscere i crediti formativi per gli studenti che lavorano in Avon. Questo non solo offre loro un’opportunità di guadagnare esperienza lavorativa, ma anche di apprendere competenze preziose che possono essere utili nel loro futuro.

In questo articolo, voglio sottolineare l’importanza di unire le passioni e le professioni. Ogni aspetto del mio lavoro si intreccia, creando un percorso ricco e gratificante. Spero che la mia storia possa ispirare altri a seguire le proprie passioni e a trovare modi creativi per integrare diverse esperienze nella propria vita professionale.

Grazie per aver letto! Non vedo l’ora di condividere altre avventure con voi nel prossimo articolo.

Benvenuti nel mio angolo di mondo!

Ciao a tutti e benvenuti nel mio blog!

Se siete qui, probabilmente amate curiosare tra argomenti diversi, proprio come me. Questo spazio nasce dal desiderio di condividere le mie passioni, le mie esperienze e i miei pensieri su un po’ di tutto. Non c’è un unico filo conduttore, ma tanti temi che mi affascinano e che spero possano interessare anche voi.

Sono un’educatrice scolastica e l’educazione, in tutte le sue forme, è una parte fondamentale della mia vita. Mi piace riflettere sui metodi educativi, sulle sfide quotidiane dell’insegnamento e su come possiamo rendere l’apprendimento un’esperienza stimolante per tutti.

Ma il mio mondo non si ferma qui! Amo leggere e perdermi tra le pagine di libri di ogni genere, dai romanzi ai saggi, dalle storie per bambini ai grandi classici. Vi parlerò delle mie letture, di quelle che mi hanno lasciato il segno e di quelle che magari potrete suggerirmi voi.

In questo blog troveranno spazio anche fatti di attualità che mi colpiscono particolarmente, riflessioni su eventi e situazioni che mi fanno pensare e che voglio condividere con voi.

E poi c’è l’arte. Amo visitare mostre, scoprire nuovi artisti e immergermi in opere che raccontano storie senza bisogno di parole. Vi porterò con me in questo viaggio tra colori, forme ed emozioni.

Insomma, questo blog sarà un mix di pensieri, passioni e scoperte personali. Uno spazio libero e senza regole rigide, proprio come una chiacchierata tra amici.

Spero che vi piaccia e che vogliate accompagnarmi in questo percorso. Vi aspetto nei commenti per conoscerci meglio e per condividere idee e opinioni!

A presto!

Grace “Il mio mondo a colori”